La volta scorsa avevamo da poco appreso del fiasco totale di Joe Biden al primo dibattito tv e delle reazioni isteriche e preoccupate tra i dem. In seguito è successo altro: politici democratici che sono usciti allo scoperto, mostrando il proprio disappunto (va anche detto che una larga porzione del Congressional Black Caucus ha confermato di essere ancora dalla sua parte); il sistema dei media che, più di prima, ha spulciato le debolezze anagrafiche e fisiche del presidente; voci di ritiro infine smentite dalla Casa Bianca, piuttosto risentita al riguardo. Nulla potrebbe cambiare nei prossimi giorni, nonostante George Clooney e gli scontenti donatori democratici, o forse cambierà tutto, fatto sta che siamo entrati in un territorio inesplorato. Il presidente è in evidente difficoltà, contestato da molti per la cocciutaggine e perciò costretto a mettersi sulla difensiva, nel tentativo di convincere i suoi che lui è e rimane il candidato migliore per ambire ad una seconda sconfitta di Donald Trump, a novembre.
Sapevamo che l’età sarebbe stata un elemento decisivo di questa campagna elettorale, ma non potevamo immaginare quanto. Sul serio: davanti a noi si prospetta una fase dura e faticosa, in cui i dubbi superano le certezze in un modo fuori dal normale. Ma dopotutto è estate.
Dunque, le cose stanno così. Quella di oggi sarebbe dovuta essere una puntata standard della newsletter, per poi salutarci la prossima settimana e darci appuntamento a settembre, quando mancheranno all’incirca due mesi alle elezioni presidenziali americane. Invece a salutarci, ci salutiamo con questa uscita. Inutile fare un resoconto degli ultimi 15 giorni, ma l’ingarbugliata situazione in casa dem – Biden resta candidato o no? Lui, ad oggi, continua a giurare di sì – è il motivo per cui ci fermiamo adesso. Cambia poco rispetto ai piani iniziali, ma spero possiate comprendere: meglio studiare, capire ed essere pronti al ritorno dalla consueta pausa estiva. Quindi la newsletter sarà più leggera del solito, con qualche consiglio di ascolto, visione e lettura, come sempre facciamo di questi tempi.
Ciao! Qui Mookie, una newsletter di Fabio Germani che racconta pezzi sparsi di America attraverso il rap e la musica nera. Per contribuire al progetto, basta poco: un like, una condivisione, il passaparola, un caffè. Ogni vostro piccolo gesto può fare la differenza: grazie!
Secondo Rolling Stone, Billy McFarland – come sarebbe a dire Billy McFarland chi? Ma ovvio: quello del Fyre Festival con Ja Rule – starebbe “avvicinando” alcuni rapper alla campagna Trump, con lo scopo di provare a sedurre gli elettori neri. Sarebbe lui, ad esempio, la mente dietro l’apparizione di Sheff G e Sleepy Hallow al comizio del candidato repubblicano nel Bronx, una settimana prima della condanna a New York nel processo Stormy Daniels. Abbiamo scritto più volte di come la campagna Trump abbia fiutato nell’aria qualcosa di anomalo – i sondaggi che rilevano un calo dei consensi tra gli elettori neri per Biden e una crescente fascinazione per il rivale (o al limite un’opinione più indulgente nei suoi confronti) –, così da reclutare star dello sport e dell’hip hop per la scalata al “voto nero”. Del tema ho parlato anche con Federico Leoni di Sky TG24, nel suo podcast America Contro (abbiamo conversato anche di MAGA rap, wokeness e altre faccende).
It was all a dream, I was talkin’ to Dr. King
He told me to dream in ways that the prophets dream
Like the one that he had when nobody could wake him
Or Nelson Mandela when prison couldn’t break him
Malcolm was in the window, he said “As-salamu alaykum”
Told Barack to rock the nation again, he got my nomination
The population in prison was labeled as forgiven
This was a God dream, hip-hop was our religion– Common & Pete Rock, Dreamin’, 2024
Back That Azz Up di Juvenile ha compiuto 25 anni.
Il libro che mi accompagnerà in estate sarà Hip Hop Is History di Questlove, un po’ come accaduto lo scorso anno con Music Is History (dello stesso autore).
Musica da ascoltare sotto l’ombrellone, in montagna o dove preferite. In questi mesi ci siamo lamentati dell’assenza del rap di protesta, ma questo non significa che siano mancati i contenuti di spessore, anche politico, nel primo scorcio di 2024. No liste lunghissime, però: consigliamo Please Don’t Cry di Rapsody, I’ve Never Been Here Before di Erick The Architect, Dark Times di Vince Staples; James & Nikki: A Conversation di Rhymefest e All About Love: New Visions di Akua Naru se si è alla ricerca di idee più sofisticate. Cambiando genere, diventa superfluo sottolineare Cowboy Carter di Beyoncé, ma visto che il black country è (finalmente) tornato di moda, meritano una menzione anche Brittney Spencer con My Stupid Life e Shaboozey con Where I’ve Been, Isn’t Where I’m Going.
Qualche serie tv. Per cominciare The Vince Staples Show (di e con Vince Staples, naturalmente), su Netflix. Cinque brevi episodi in cui si affrontano luoghi comuni e situazioni surreali in stile Atlanta, non senza spunti comici. La serie è stata rinnovata per una seconda stagione.
Interessante è MLK/X, quarta stagione della serie Genius di National Geographic, su Disney+. Il tema è chiaro già dal titolo: la rappresentazione delle vite di Martin Luther King e Malcolm X, che se vogliamo è anche la narrazione di due visioni talvolta molto distanti nel raggiungimento di determinati obiettivi.
Di nuovo su Netflix si trova la serie animata Good Times, una specie di reboot della famosa sitcom degli anni ‘70. L’edizione animata di Good Times presenta tratti caricaturali e stereotipi a più non posso (il padre fannullone, la madre nel doppio ruolo di colonna portante della famiglia e di donna ambiziosa, la figlia alle prese con spasmodiche forme di attivismo, il figlio nerd e spesso nei guai, il figlio piccolo in versione baby gangsta). Niente di eccezionale, ad essere onesti, ma la supervisione musicale del progetto è stata affidata a 9th Wonder.
A partire dai primi anni ‘70 la mostra itinerante di Ernie Barnes, «The Beauty Of The Ghetto», che includeva «The Sugar Shack» (il dipinto che diventerà la copertina di «I Want You» di Marvin Gaye), fu un’apprezzata riproduzione della vita dei neri in America e dal 1976 l’opera venne inserita nella sigla della sitcom «Good Times».
Hip Hop e presidenziali, con la macchina del tempo.
Agosto 2023, Iowa. L’allora candidato repubblicano, Vivek Ramaswamy, microfono in mano, rappa Lose Yourself di Eminem.
Quando era studente universitario, nei primi anni Duemila, Ramaswamy era un appassionato di musica hip hop e di tanto in tanto si improvvisava rapper alle feste, con il nome di Da Vek. Una volta ha addirittura aperto per Busta Rhymes, o qualcosa del genere. Poi è cresciuto ed è diventato uno dei più fieri avversari dell’ideologia woke, ma non ha perso la passione per l’hip hop. Tuttavia Eminem – a proposito: oggi è uscito l’atteso album The Death of Slim Shady (Coupe de Grâce) – non ha mai approvato l’utilizzo del brano per la campagna elettorale di Ramaswamy, invitandolo perciò a lasciar perdere in futuro.
Gennaio 1993, settimana inaugurale di Bill Clinton. Si esibisce, tra gli altri, LL Cool J. È il primo rapper della storia a salire sul palco per la cerimonia di insediamento di un presidente statunitense.
Chiudiamo con un anniversario, importantissimo per Mookie, che si è celebrato nei giorni scorsi.
Il 30 giugno di 35 anni fa usciva nelle sale americane Do The Right Thing di Spike Lee, film ispiratore di questo umile spazio. Festa grande a Brooklyn.
A questo punto, dicevamo, la newsletter si ferma per un po’. Grazie di cuore per essere parte del viaggio. Il suggerimento è di seguire Mookie su Instagram, perché è lì che nel frattempo ci terremo aggiornati se necessario, prima di riprendere la marcia a settembre. Ricordo, soprattutto alle nuove arrivate e ai nuovi arrivati (grazie per la fiducia), che è sempre possibile consultare l’archivio, con tutte le puntate precedenti. Questo è un lavoro gratificante, ma anche dispendioso: vuoi sostenerlo? Basta un caffè 👇
La playlist della newsletter è pronta: non resta che premere il tasto play. Domande? Suggerimenti? Potete rispondere alla mail, scrivermi su Instagram, su Threads o su Notes. Se Mookie vi piace, mandate il link alle amiche e agli amici!
Buona estate!
E buona estate anche a te!