Saranno i primi caldi, gli aperitivi all’aperto, le foto dei bagni al mare che cominciano a scorrere su Instagram: fare un salto nella soleggiata California non mi sembrava una cattiva idea, ecco. Dite che dovevamo parlare di Kanye West e Irina Shayk?
Bentrovati su Mookie, la newsletter che questa settimana sarà la vostra guida a Compton.
Compton was the American dream. Sunny California with a palm tree in the front yard, the camper, the boat. Temptingly close to the Los Angeles ghetto in the 50's and 60's, it became "The Black American Dream." Open housing paved the way as middle-class blacks flooded into the city. Whites don't buy houses in Compton anymore. Now with 74% of the population, black power is the fact of life. From banks to bowling alleys. But the dream that many blacks thought they were buying has turned sour. Though the mayor and four out of five city councilmen are black, they have been unable to solve the problems of crime and growing welfare which is slowing turning suburban Compton into an extension of the black inner city. Crime is now as high as the ghetto. 47 homicides last year gave Compton one of the highest per capita rates in the country. Juvenile gang activity, muggings, small robberies make some blacks want to leave.
Chi è appassionato di hip hop californiano sa già di cosa stiamo parlando. Quello sopra è l’intro dell’ultimo disco di Dr. Dre, Compton del 2015, ispirato a Straight Outta Compton, il film sulla storia degli N.W.A. uscito lo stesso anno e diretto da F. Gary Gray (e prodotto proprio da Dre, Ice Cube e Tomica Woods-Wright, che è stata la moglie di Eazy-E). Il brano è tratto da un documentario del 1971, Special Report: Compton, Black City, in cui – si intuisce – vengono messe in luce tutte le contraddizioni di un luogo che ha rappresentato a lungo il sogno americano, per poi trasformarsi in un ricettacolo di criminalità, violenza e omicidi. Ancora oggi è opinione diffusa che girare da quelle parti sia particolarmente pericoloso, un punto di vista che la città situata nella contea di Los Angeles sta tentando di scrollarsi di dosso, non senza fatica.
That’s just the way it is, and how it always was
DJing parties in my neighborhood just for the love
Dope dealers overtipping and bitches stripping
And any minute niggas’ll start tripping and start shooting shit
On any given day I’m like “what the fuck?”
Face down on the pavement with the billy clubs
Took that feeling to the studio and cued it up
And now it's “Fuck the Police” all up in the club– Dr. Dre, It’s All On Me, 2015
Nel 2015 la sindaca Aja Brown – a 31 anni la più giovane di sempre a ottenere l’incarico, nel 2013 – lanciò su Twitter l’hashtag #visionforcompton per informare le persone dei cambiamenti positivi raggiunti in città. L’obiettivo era quello di assicurarsi che gli spettatori del biopic sugli N.W.A. non confondessero la Compton degli anni ‘70-’80, culla del gangsta rap, con la Compton di oggi. Facciamo allora un passo indietro.
Compton ha registrato nel tempo numerosi cambiamenti sociodemografici. In principio, la popolazione era a maggioranza bianca. Poi, durante il fenomeno conosciuto come grande migrazione (tra il 1916 e il 1970 circa sei-sette milioni di afroamericani abbandonarono gli Stati del Sud per raggiungere quelli del Nord, dell’Ovest e del Midwest e spezzare le catene di Jim Crow in cerca di condizioni più favorevoli), la città accolse numerose famiglie nere, che diventarono maggioranza intorno agli anni ‘70. Non fu un processo immediato, né semplice, come viene narrato in Them, una serie Amazon Prime Video tra horror e razzismo di cui, un po’ inspiegabilmente, in Italia non si è parlato granché (è uscita ad aprile in lingua originale, la versione doppiata arriverà invece a luglio). Quello che è accaduto a Compton riflette quanto si è potuto osservare, prima e dopo, in molti posti – città o quartieri – degli Stati Uniti: mano a mano che arrivavano i neri, i bianchi andavano via, lasciando dietro di sé deindustrializzazione, segregazione di fatto, case deprezzate e un tasso di disoccupazione crescente. Nonostante la politica e l’economia locali fossero in mano ai cittadini neri, a Compton non si è mai riuscito a replicare il modello Greenwood – massacro di Tulsa a parte –, così i neri che potevano permetterselo andavano via a loro volta, mentre gli altri provavano a cavarsela in qualche modo. E di certo la reputazione di Black City non incoraggiava alcun tipo di investimento, né la war on drugs portò dei significativi miglioramenti (anzi). Compton cambiò di nuovo negli anni ‘90, stavolta a maggioranza latina. Come spiegò The Atlantic nel 2015, questi mutamenti sono avvenuti di pari passo con il progressivo impoverimento della città: nel 2000 il 28% dei residenti viveva al di sotto della soglia di povertà, il doppio rispetto al 14,2% della California e anche più rispetto al 12,4% nazionale.
Così negli anni ‘80 erano due le strade per racimolare qualche soldo a Compton: il crimine o la musica, e spesso un’alternativa non escludeva l’altra. Tutte quelle esperienze, quel sottobosco di vite ai limiti, sono il preambolo alla nascita del gangsta rap.
Compton, Compton, ain’t no city quite like mine
Ay, Dre what's happening wit' it, my nigga?
Still I'm at it, peel the plastic off it, you can feel the magic
Still I'm laughing at the critics talking, I can see 'em gagging
When I'm back in the back of my city, back in the 'bach
With a batch of them banging Dre Beats with me, look where I'm at
It's the murder cap' and I'm captain at birthing this gangsta rap
It's a wrap when I'm done and I come a long way from a hundred dollars a month
To a hundred mil' in a day, bitch I'm from– Kendrick Lamar feat. Dr. Dre, Compton, 2012
Degli N.W.A. (Eazy-E, Dr. Dre, MC Ren, DJ Yella, Arabian Prince e Ice Cube) si è detto anche troppo, specialmente per Fuck Tha Police che a tutt’oggi rimane una sorta di inno contro gli abusi della polizia in America. Ma è difficile attribuire una paternità al genere di Compton, dove King Tee, che esordì ufficialmente lo stesso anno degli N.W.A. (1988), era già considerato un veterano.
Now I'm driving down Compton on my way to get Aladdin
Feeling like a pimp 'til my tape started dragging
It's a old tape anyway, it ain't no thing
Pulled it out and slapped in Big Daddy Kane
Got to Aladdin's house then I honked my horn
He said, “When we're coming back?” I said: 6 in the morn'
So he got in the car, looking half dead
So I gave him my Cisco and took the 40s to the head
Now, we're feeling tipsy and we're heading for Watts
Boy, what do we see sitting at the bus stop?
Sexy Susanna, had a butt that kill
Pretty long hair, but they say it's not real
Aladdin yelled (this is fake..) she threw a rock in my glass
So I busted a U, must she broke out fast
Checked around my back but everything was cool
She must have knew the King was out acting a fool, fool– King Tee, Act A Fool, 1988
Per le strade della città continuavano a spuntare artisti rap come funghi. Dj Quik, tra gli altri. E i Compton’s Most Wanted, una sorta di N.W.A., solo più underground.
Il nuovo suono della California era chiaramente antitetico a quello di New York e, al contrario della East Coast, Compton ha mantenuto sempre intatti i suoi tratti originali, un’eredità che ha caratterizzato le carriere di artisti come The Game e, in tempi più recenti, Tyga, YG, Boogie e di certo anche Kendrick Lamar, sebbene abbia dalla sua una visione più cosmopolita. Senza dimenticare il passaggio intermedio, ma fondamentale, di un’etichetta come la Death Row Records, fondata nel 1991 con il “corpo” a Beverly Hills ma con la “testa” a Compton, e tutto quello che ne è derivato: collusione con le gang, scandali, morti eccellenti.
(Compton, Compton, Compton)
It's the home of America's gangsta rap
The place of danger where
The ("Gangsta boogie"), the ("gangsta boogie!")
The ("Gangsta boogie"), the ("gangsta boogie!")
Where the cops is crooked, and them bitches is killas
And them niggas hold it down like black guerillas, where
The ("Gangsta boogie"), the ("gangsta boogie!")
The {"Gangsta boogie"} - nigga nigga nigga I'm from (Compton)Yeah, The Game on fire, check the gold wires
Hip-Hop on lock like some muh'fuckin pliers
Me and Will.I.Am yeah we take niggas higher
Niggas talkin shit get your fuckin mouth wired
Walking through Compton, Eazy still alive
Raider hat to the back throw your dubs in the sky
My flowetry wicked, sit back while I kick it
And do it like Dre did it, N.W.A. did it
I cook crack like the first nigga that ever bought a brick
From a ese, nigga I could write an essay
About all the gangsta niggas that I seen lowridin
In they Chevys with a bitch riding shotgun reppin L.A
Crips, Bloods, homes going loco
Sitting in a low-low, on chrome spinners
Nobody drop nothing this winter, nigga I'm from– The Game feat. will.i.am, Compton, 2006
Oggi, dicevamo, gli sforzi di Compton per apparire diversa sono notevoli. Nel 2015, riferì all’epoca il Los Angeles Times, la città aveva registrato una diminuzione del 5% della criminalità a fronte di un aumento complessivo del 12,7% per Los Angeles e anche il numero di omicidi risultava in calo dai picchi degli anni ‘90. Tuttavia i dati ci mostrano come, allo stato attuale, Compton presenti ancora una media più alta di omicidi rispetto alle aree limitrofe, mentre la disoccupazione – dopo un lungo periodo di miglioramenti – è tornata a crescere nell’anno della pandemia, a conferma di una persistente vulnerabilità. Non a caso, in un’intervista rilasciata a NME nel 2019 per l’uscita del suo ultimo album Born 2 Rap, The Game ha motivato la decisione di trasferirsi a Beverly Hills con le sparatorie e la violenza di Compton, un rischio soprattutto per i figli.
Compton, dicevamo anche questo in precedenza, non è un caso isolato in America. Altri luoghi, ad esempio Ferguson nel Missouri, teatro di grandi proteste nel 2014 dopo l’omicidio di Michael Brown da parte della polizia, sono il riflesso di eventi ciclici che infrangono i sogni suburbani. Ma questo non vuol dire che non sia possibile proporre un messaggio positivo, come quello dei Compton Cowboys (che stanno contribuendo alla riscoperta della figura del cowboy nero, altrimenti oscurata da una narrazione hollywoodiana tradizionalmente poco incline ad indagare più in profondità), peraltro in un contesto di rilevanza nazionale durante le marce di Black Lives Matter nel 2020. Un messaggio crudo, ma non gangsta nella terra del gangsta rap, è infine quello del duo Paris Texas (debuttanti poche settimane fa con l’ep BOY ANONYMOUS) che, a partire dal nome, sembrano volersi mostrare come la più classica delle eccezioni che confermano la regola.
Altre cose interessanti
Giugno è l’African-American Music Appreciation Month (Black Music Month) e ne approfitto per ringraziare ancora una volta Fabio Negri e la crew di di Soul (R)Evolution, che ospitano Mookie in un progetto piccolo, ma entusiasmante, che presto sarà anche una puntata della newsletter. Appuntamento il martedì su Radio Milano International alle 21.30 e on demand, già intorno alle 22.45, su MixCloud.
Chi ha inventato il gangsta rap è un altro paio di maniche, naturalmente. Per capirci: Ice-T è uno di quelli che tiene al titolo di padre nobile, e chi siamo noi per non rendergli merito?
Dubbi? Suggerimenti? Potete rispondere alla mail, se vi va, oppure commentare o scrivermi su Twitter, Instagram, Facebook. Se Mookie vi piace, iscrivetevi e fate iscrivere le amiche e gli amici alla newsletter.
A presto, state bene!