Toni Morrison pubblicò Jazz nel 1992. A dire il vero il romanzo – ambientato nella Harlem degli anni ‘20 – ha poco a che fare con la musica; semmai il legame tra scrittura e jazz, qui, sta proprio nella costruzione della struttura narrativa, in apparenza disordinata e ricca di improvvisazioni, ricordi e voci che si alternano.
McKinley Dixon ha pubblicato l’album Beloved! Paradise! Jazz!? nel 2023. Il titolo è un omaggio all’opera di Morrison: Beloved (1987), Paradise (1997) e Jazz (1992) sono tre dei suoi romanzi più famosi. II disco si apre con Hanif Abdurraqib – per quello che vale, uno dei miei autori contemporanei preferiti – che legge un estratto da Jazz. Nel complesso Beloved! Paradise! Jazz!? è l’ennesimo esperimento che unisce hip hop e jazz, per molti versi i due generi più contigui della musica nera.
In diverse misure è quanto anche io e Fabio Negri di Speakeasy abbiamo provato a fare in questa puntata speciale, che alla fine è un podcast, o qualcosa di simile. Fabio è stato tra i primi a credere in Mookie, cinque anni fa. Poi abbiamo fatto delle cose insieme e questa trovata è un modo per celebrare, almeno dal mio punto di vista, il recente anniversario della newsletter. Speakeasy, invece, è una newsletter/podcast che esiste da alcune settimane e che tratta di jazz, mettendolo in contesto e con l’attualità sempre al centro delle riflessioni.
Abbiamo parlato (parecchio) di jazz politico, di Kamasi Washington, Ambrose Akinmusire, Brandon Woody, Terry Lyne Carrington e altri. Ci siamo lasciati andare a riflessioni sullo stato della musica e sul coinvolgimento degli artisti in faccende che ci riguardano più o meno tutti. Ma, ecco, trovate ogni spunto all’interno dell’audio, se vi va.
Per concludere, due playlist: una collaborativa (otto tracce selezionate da ognuno), l’altra (curata da me) che ripercorre – a grandissime linee – le tappe dell’intersezione hip hop-jazz.
Ah! Nel frattempo Mckinley Dixon è uscito con un nuovo album, Magic, Alive!
Per ovvie ragioni, la newsletter esce in versione ridotta. Il podcast era un’idea che già da tempo stuzzicava la mia fantasia, ma prendete la puntata per quello che è: un esperimento a sua volta. Non so se ci sarà un seguito, nel caso lo valuteremo da settembre. È anche per questo che ho preferito rimanere in intimità, tra “noi di Substack”. Niente Spotify o YouTube, ancora. Ammetto di essermi sentito un po’ arrugginito davanti al microfono: siate clementi 🥹
Ciao! Qui Mookie, una newsletter di Fabio Germani che racconta pezzi sparsi di America attraverso il rap e la musica nera. Per contribuire al progetto, basta poco: un like, una condivisione, il passaparola, un caffè. Ogni vostro piccolo gesto può fare la differenza: grazie!
🔎 Altre cose interessanti
Nelle ultime settimane abbiamo assistito a una successione incredibile di eventi, dentro e fuori i confini statunitensi, per lunghi tratti a conferma del caos al potere. Si dirà che in realtà ogni aspetto procede secondo copione, che tutto era atteso e nulla imprevisto. Eppure comincia a muoversi qualcosa, perché le comunità non sono mai statiche. Le proteste a Los Angeles e in altre città americane contro i metodi brutali dell’ICE ridisegnano la geografia dei diritti, anche se il tema non è inedito.
Tra un podcast e l’altro (anche) in ambito hip hop – ormai spuntano come funghi, alcuni sono validi davvero, altri approssimativi e alla costante ricerca di facili consensi – Charlamagne tha God rimane a suo modo una garanzia, tra le radio-star. L’intervista a Rolling Stone.
Sono 25 anni di Let’s Get Free dei Dead Prez, a tutt’oggi uno dei migliori dischi di protesta di sempre: ne ha scritto Giuseppe “u.net” Pipitone su Alias del Manifesto.
È stata svelata la collaborazione tra i Clipse e Kendrick Lamar per Let God Sort Em Out, l’imminente ritorno di Pusha T e Malice. Il brano ha significato l’uscita del duo dalla Def Jam, poco incline a promuoverlo per la presenza dei rivali storici di Drake – appunto: Pusha T e Lamar –, mentre è in corso la causa del rapper di Toronto contro UMG.
Vic Mensa ha pubblicato e distribuito da sé l’ep sundiata, che è soprattutto una personale dichiarazione d’indipendenza nei confronti dell’industria discografica.
A New York è successo questo, intanto.
🖋️ Cose scritte altrove
Doechii e gli altri: quando l’hip hop si schiera al fianco delle proteste. Su Humans vs Robots.
Grazie per aver letto fino in fondo e grazie, soprattutto, per l’ascolto. Siamo quasi giunti alla consueta pausa estiva. A luglio è previsto un altro appuntamento, dopodiché torneremo a leggerci a settembre.
La playlist ufficiale è pronta (una sintesi di quella in collaborazione tra Mookie e Speakeasy): non resta che premere il tasto play. Domande? Suggerimenti? Potete rispondere alla mail, scrivermi su Instagram, su Threads o su Notes. Se Mookie vi piace, mandate il link ad amici e parenti! La foto di copertina nella versione web della newsletter e nell’anteprima del podcast è di Florencia Viadana su Unsplash.
A presto!
Meraviglia!🥰
Grazie Fabio per l’ospitalità e anche per tutto il resto.