La storia dell’hip hop è stata raccontata in tanti modi diversi, alcuni più riusciti di altri (consigliata ad esempio la docuserie Hip-Hop Evolution), alcuni più fantasiosi ma comunque efficaci (The Get Down) e alcuni ultra-dettagliati (sono numerosi i libri). Tuttavia rimane una storia per larghi tratti controversa, in molti si attestano l’origine di questo o quello, alcuni pionieri litigano ancora oggi su chi per primo ha inventato una tecnica, uno stile o un nome. Però una cosa la sappiamo: siamo prossimi ad un traguardo incredibile. In pochi, all’inizio, ci avrebbero scommesso.
Bentrovati su Mookie, la newsletter che quando c’è da celebrare qualcosa non si tira certo indietro.
L’11 agosto del 1973, al 1520 di Sedgwick Avenue, Bronx, un ragazzone di 18 anni, Clive Campbell, per tutti Dj Kool Herc, accettò di mettere dischi al party organizzato dalla sorella Cindy, mescolando generi e suoni in un modo che mai altri avevano tentato prima di lui. Forse nessuno se ne accorse, né ai presenti saltò in mente di dargli subito un nome, che infatti arriverà dopo, ma fu durante la festa di Dj Kool Herc che nacque l’hip hop.
Quella dell’11 agosto 1973 è una data convenzionale, oggi accettata da tutti. Le leggende si nutrono di narrazioni di questo tipo, ma per le strade di New York c’era già movimento – non solo in ambito musicale – e da allora dovrà passare qualche anno prima che si trasformi nella cosa che abbiamo poi imparato a conoscere. Resta il fatto che a breve, nel 2023, l’hip hop compirà 50 anni.
Come l’hip hop abbia avuto origine, quali elementi abbiano favorito lo sviluppo di una cultura in principio quasi elitaria a suo modo, eppure capace di conquistare il mondo, è senza dubbio un argomento che presto o tardi, sebbene ampiamente dibattuto, affronteremo anche nel nostro piccolo. Per il momento ciò che davvero preme Mookie è informarvi dell’interessante iniziativa annunciata alcune settimane fa da Nas e dalla sua Mass Appeal.
Si chiama Hip Hop 50 (c’è già una pagina Instagram, ancora piuttosto scarna) e includerà, in collaborazione con Showtime, documentari, programmi, podcast e altri formati che racconteranno storie, musica, arte, cultura. Il progetto prenderà il via entro la fine dell’anno e proseguirà fino a tutto il 2023. «Abbiamo la responsabilità di celebrare questo traguardo nel modo più iconico e inclusivo possibile», ha scritto Nas presentando l’iniziativa.
Yo, do me a favor
Accidentally step on your white sun glasses
We don't wear those over here, this is hip hop (that’s right)
This is Carhartt jackets
Timberland boots, unlaced
This is Champion hoodies, chicken wings and french fries
RIP pieces on the handball court
This is us still fightin' police brutality, this is hip hop– Joell Ortiz, Hip Hop, 2007
Sempre nel 2023 avrebbe dovuto aprire l’Universal Hip Hop Museum, progetto in cantiere da tempo (un investimento da circa 80 milioni di dollari tra pubblico e privato), rallentato però dalla pandemia. Verrà dunque aperto al pubblico nel 2024 e sorgerà proprio nel Bronx, non lontano dal 1520 di Sedgwick Avenue. La scorsa settimana si è tenuta la cerimonia che ha ufficializzato l’inizio dei lavori, con il presidente del distretto Ruben Diaz Jr., il sindaco di New York Bill de Blasio e idoli del movimento: lo stesso Nas, Grandmaster Flash, Slick Rick, Chuck D, LL Cool J, Fat Joe e PMD.
Secondo Dan Runcie di Trapital, dal momento che il museo dell’hip hop a New York celebrerà innanzitutto l'influenza della città, non sarà facile riuscire ad omaggiare la cultura ad un livello superiore, mondiale – come sarebbe nei piani dei promotori – e presto altre regioni e metropoli apriranno i propri musei per esaltare la cultura locale. Vedremo. Intanto Bill de Blasio ha presentato così l’Universal Hip Hop Museum:
A proposito di celebrazioni e ricordi. Non possiamo non menzionare Chi Modu, morto pochi giorni fa. Era il fotografo dell’hip hop. Davanti al suo obiettivo sono passati i più grandi: Dr. Dre, Eazy-E, Snoop Dogg, Tupac, Notorious B.I.G., Mobb Deep, Nas, Wu-Tang Clan… È stato fonte di ispirazione per un’intera generazione di fotografi, tra i quali T. Eric Monroe, che su Instagram ha raccontato di quando gli aprì le porte del suo ufficio a The Source (qualche anno dopo Chi Modu lascerà l’incarico e lui ne prenderà il posto). Le sue fotografie sono tra le più iconiche di sempre, un pezzo fondamentale di questa bellissima storia che è l’hip hop.
Mookie x SLRVLTN
Ed eccoci arrivati alla chicca che riguarda Mookie. Da martedì – e per tutto il mese di giugno – troverete il vostro fedelissimo ospite, per così dire, di Soul (R)Evolution, il programma di Fabio Negri su Radio Milano International. In occasione del Black Music Month (dal 2009 African-American Music Appreciation Month), selezionerò un brano significativo, che Fabio introdurrà attraverso le parole di Mookie (cioè le mie). Il programma va in onda ogni martedì alle 21.30, ma potete ascoltarlo on demand anche su MixCloud, a partire dalle 22.45. Stay tuned!
Altre cose interessanti
È uscito oggi per Def Jam Exodus, disco postumo di DMX, che però era riuscito a completare prima della morte (e che termina con una specie di sermone dello stesso DMX). All’interno featuring di livello (c’è addirittura Bono) e una nuova collaborazione, che fa sempre notizia, tra JAY-Z e Nas, dopo quella recente in KHALED KHALED di DJ Khaled. Ci si interrogava tra amici in questi giorni: a quando un album insieme?
Mookie si ferma una settimana, ma tornerà – puntuale alle 19 – venerdì 11 giugno. Non dimenticate l’appuntamento del martedì sera su su Radio Milano International per Soul (R)Evolution!
Per il resto: dubbi? Suggerimenti? Potete rispondere alla mail, se vi va, oppure commentare o scrivermi su Twitter, Instagram, Facebook. Se Mookie vi piace, iscrivetevi e fate iscrivere le amiche e gli amici alla newsletter.
A presto, state bene!