Gli 8 minuti e 46 secondi che hanno sconvolto l’America
«I can’t breathe». La morte di George Floyd a Minneapolis durante un fermo di polizia (qui la sconvolgente ricostruzione del New York Times, che ha ripercorso quegli interminabili 8 minuti e 46 secondi) ha scatenato una serie di reazioni, in fondo simili a quelle che abbiamo osservato negli ultimi anni, ma che stavolta racchiudono tanto altro, dai ritardi tipici degli Stati Uniti ai più recenti problemi legati alla pandemia (e alla conseguente crisi economica).
Off The Benches è una pubblicazione attenta a questo tipo di dinamiche (sociali, politiche e culturali) e abbiamo provato ad osservare la situazione a modo nostro.
Raccontando, ad esempio, di quella volta che «James Brown salvò la città di Boston». Era il 5 aprile 1968, il giorno prima era stato assassinato Martin Luther King e nel frattempo erano scoppiate numerose proteste sparse per il Paese. Ma non a Boston, appunto.
Link: https://bit.ly/2ACWOqc
Oppure spiegando perché Michael Jordan — tornato sulla bocca di tutti con il documentario Netflix, The Last Dance — è un personaggio iconico e fondamentale, benché controverso, per l’incompiuta America post-razziale di oggi.
Link: https://bit.ly/36Ye1X0
Perché Mookie?
Mookie è il personaggio interpretato da Spike Lee in quel suo capolavoro che è Do The Right Thing, film del 1989. Mookie consegna le pizze di Sal, l’italoamericano che gestisce una pizzeria a Brooklyn (ovvio, no?) insieme ai figli Pino e Vito. È stata dura, ma siamo riusciti a ingaggiarlo per consegnare, di tanto in tanto, le nostre newsletter.
A proposito: sono i giorni ideali per recuperare o rivedere Do The Right Thing, un’opera ancora tanto attuale e capace di analizzare— bene! — l’annosa questione delle tensioni interrazziali negli Stati Uniti. Consigliatissimo.