Arriviamo tardi, vero. Ma la vita di John Lewis andrebbe celebrata ogni giorno. Stiamo parlando di un grande uomo, uno che negli Stati Uniti — in maniera trasversale — viene considerato un eroe. È morto il 17 luglio. Fu tra gli organizzatori nel 1965 della marcia a Selma, passata alla storia come bloody Sunday, e poi quelle successive al fianco di Martin Luther King. Quella prima occasione gli costò una frattura al cranio e troppe altre ne ha prese di botte e troppe volte è stato arrestato, durante gli anni di battaglie per i diritti civili. Dal 1987 alla morte è stato membro della Camera dei Rappresentanti per lo Stato della Georgia, coscienza — riprendendo Marina Catucci sul Manifesto — degli afroamericani, ancora adesso nel pieno delle proteste di Black Lives Matter (che proseguono, nonostante se ne stia parlando di meno: a Portland è il caos e in altre città, tipo Chicago, la situazione non sembra andare meglio).
Because of you, John.
Il ricordo del New York Times e quello del New Yorker.
Dunque, dove eravamo rimasti? A Kanye West che si candida alla Casa Bianca, giusto. A proposito: oggi dovrebbe uscire il suo nuovo disco, DONDA (al solito ce lo fa sudare: mentre inviamo questa newsletter l’album non ha ancora fatto la sua comparsa nelle varie piattaforme streaming, attendiamo fiduciosi). Comunque, dicevamo.
Come era presumibile, la sua candidatura, tale non è mai stata davvero. Per tante ragioni, certo, ma per una, semplice semplice, in particolare: quando ha annunciato le sue intenzioni era già tardi e nel frattempo non è riuscito a raccogliere le firme necessarie per presentarsi dove al limite avrebbe potuto. Non solo. Ha tenuto qualche giorno fa una specie di comizio in South Carolina, si è presentato al pubblico indossando un giubbotto antiproiettile e arrivando al pianto quasi a dirotto quando — al culmine di un discorso sconclusionato — ha toccato uno dei tasti che più lo coinvolge emotivamente (e politicamente): l’aborto. Poteva essere lui l’ennesimo figlio abortito, ha raccontato. E poteva esserlo la sua primogenita, North.
Non mettiamo link al video, abbiamo scritto abbastanza: si trova tutto facilmente online, ammesso che non lo abbiate già visto. Le testate che di queste cose ne sanno, ad esempio People, sostengono che Kim Kardashian si sia molto risentita per le rivelazioni del marito. Addirittura qualcuno ha scritto o riferito di una volontà, forse reciproca, di divorzio. Almeno Kanye ne ha parlato apertamente in alcuni tweet poi rimossi, ha messo in mezzo Meek Mill, accusando la moglie di tradimento quando i due si sono incontrati in un albergo per discutere di una proposta di riforma del sistema giudiziario, questione peraltro cara alla coppia West-Kardashian (oltre che a Meek Mill). Meek gli ha dato però del bugiardo. Insomma, un bel casino.
E ricordate che TMZ aveva riferito di preoccupazioni della famiglia riguardo nuovi, presunti episodi di bipolarismo di Kanye? Ecco, altri organi di informazione hanno confermato questa versione negli ultimi giorni. Infine Kim ha rotto il silenzio su Instagram.
Sul serio, a questo punto Kanye West va lasciato stare. È ricco, famoso, a suo modo una mente geniale. Ma è allo stesso tempo una persona estremamente complessa che di tanto in tanto può avere bisogno di aiuto. Parliamo della sua musica, che è meglio.
È estate, ci mancherebbe, ma non lo è mai veramente finché non esce il mixtape di Dj Jazzy Jeff e MICK (qualcuno più in là con l’età potrebbe ricordarlo ancora con il nome di Mick Boogie), Summertime. Sembra ieri quando venne rilasciata la prima edizione, siamo invece già all’undicesimo anno. Incredibile. Vale la pena ascoltarlo, come sempre, magari durante un party in piscina o un barbecue, mantenendo un minimo di distanziamento sociale (si intende). Per farlo, basta aprire Mixcloud.
Di recente, inoltre, MICK — tra i migliori dj e produttori in circolazione, autore di mash-up indimenticabili, almeno secondo chi scrive — ha pubblicato su SoundCloud alcune delle sue sessioni live-Instagram nel periodo di quarantena (che in realtà sta continuando a fare), nello specifico una serie dedicata a JAY-Z. Forse è ancora tutto molto fresco, ma provando a immaginare noi che riascoltiamo questa roba tra qualche anno, sarà una testimonianza di cosa abbiamo vissuto (e in diverse parti del mondo stanno vivendo tuttora, nessuno dice che sia finita, purtroppo) e di cosa ha significato nelle nostre esperienze individuali e collettive avere a che fare con una pandemia. Ci siamo fatti compagnia online, se non altro.
Siamo tornati dopo una breve pausa e siccome è estate nelle prossime settimane Mookie proporrà nuovi consigli su come passare le giornate di ferie (chi può) in relax o in riflessione per un mondo migliore (quando mai), tra musica, podcast, libri, eccetera. Intanto: 1) lasciate stare Kanye West e 2) parlate di Off The Benches e della newsletter in giro.
Alla prossima!