Come vedreste Common alla Casa Bianca? Sì, d’accordo. La notizia è che Kanye West ha votato per la prima volta in tutta la sua vita, che ha votato per se stesso (l’unica persona di cui si fida, parole sue, non mie) e che sta già lanciando la volata alla campagna che ha sempre davvero avuto in mente: la prossima. Ma Common, al di là degli elementi folcloristici di quello che un tempo è stato anche suo produttore (che album incredibile Be del 2005…) nonché collaboratore in molti progetti sociali a Chicago (a proposito: Kanye ha raccolto 60 mila voti), in questi giorni si è speso come nessuno negli ultimi anni. Il suo è stato un tour elettorale nel pieno di a) una pandemia che negli Stati Uniti morde non poco e b) una campagna elettorale che avrebbe potuto sostenere in tanti modi — le vie dei social sono infinite — , mentre ha preferito andare qua e là in diversi angoli del paese, esortando le persone a votare. E per molti in America, abbiamo già visto nelle scorse settimane, votare può essere un atto veramente rivoluzionario.
Nel 2011 Common partecipò ad un incontro alla Casa Bianca, con Obama presidente. I repubblicani se ne lamentarono perché in effetti, il nostro, era stato tra i più accessi contestatori di George W. Bush (bonus: leggete come veniva descritto Common nel 2011 sul Corriere della Sera, uno «che ha un discreto seguito tra i giovani americani». Tempo fa stavo raccogliendo materiale per un libro su come i media statunitensi e italiani hanno in passato raccontato il rap e l’hip hop e come è mutata nel frattempo la narrazione: magari un libro adesso no, ma una puntata di Mookie sull’argomento può essere una buona idea, fatemi sapere…). Non serve dunque spiegare da che parte stia Common, né sottolineare che ha sostenuto la campagna Biden-Harris. A Philadelphia ha chiuso un evento elettorale alla vigilia dell’election day, intonando Glory insieme a John Legend (non ricordo su quale giornale italiano, ma ho letto Johnny Legend: non supereremo mai questa fase). Inoltre, la settimana scorsa, ha fatto uscire un disco a pochi giorni dal voto, A Beautiful Revolution, Pt. 1, un po’ come già fece nel 2016 con Black America Again. Un esperto del marketing politico, insomma.
Il primo voto non si scorda mai
E alla fine arriva Queen Bey
Stavolta Beyoncé non ha messo la faccia in campagna elettorale. Ha messo la mascherina. Doppiamente irriverente.
And the winner is…
Ricordate di Lil’ Wayne che incontrò prima del voto Donald Trump per parlare del Platinum Plan? Qualche giorno dopo la campagna Biden ha utilizzato Lose Yourself di Eminem per promuovere uno spot elettorale ambientato nella “sua” Detroit, Michigan, Stato che era fondamentale per entrambi i candidati. Eminem lo ha rilanciato a sua volta, poi è arrivato quel burlone di 50 Cent.
Georgia
Quando stamattina è avvenuto il sorpasso di Biden su Trump in Georgia, Johnny Legendha postato questo:
Ci fermiamo qua, per questo venerdì. Siamo ancora provati dalle nottate elettorali, siate comprensivi. Biden è ad un passo dal diventare il 46esimo presidente degli Stati Uniti, ma potrebbe non finire tutto oggi. Siccome è un macello, Trump non ci sta, si prospettano giornate ancora difficili eccetera eccetera, il suggerimento per il post-voto, se volete capirci qualcosa in più, è lo stesso della vigilia: leggete i commenti e le analisi di chiunque, ci mancherebbe, ma diffidate dei tifosi (peggio i giornalisti tifosi) e di chi vuole spiegarvi l’America a senso unico. La realtà è sempre più complessa di come appare, da quelle parti soprattutto. Noi rimandiamo le nostre, di analisi, ad un altro momento, quando avremo elementi consistenti per trarre delle conclusioni.
Mookie vi ringrazia e vi dà appuntamento alla prossima settimana!